Circa una settimana prima dell’inizio dei suoi Festival letterari, il direttore artistico ha tracciato un bilancio dell’organizzazione degli eventi, raccontandone la preparazione. “La soddisfazione più bella è avere la risposta del pubblico”
Agente immobiliare, produttore, conduttore e anche direttore artistico. Una vita in equilibrio tra appuntamenti, riunioni e produzioni televisive, ma anche un amore incondizionato per la sua Sicilia. Damiano Gallo batte il ferro finché è caldo con acume e consapevolezza e lavora senza pause: “Quando sarò stanco, mi fermerò un attimo. Adesso è il momento di correre”. Tra pochi giorni, sarà al timone del Piazza Armerina Book Festival, al debutto il 15 e 16 giugno, e del Siracusa Book Festival, che si svolgerà il 17 e il 18 giugno al Castello Maniace (Ortigia) e durante il quale sarà assegnato il premio letterario Alessandra Appiano. Tra gli ospiti, attesi celebri volti del giornalismo e dello spettacolo.
Com’è nata l’idea del Book Festival?
Questa idea nasce perché io ero molto amico di Alessandra Appiano, giornalista che ha vinto il premio Bancarella nel 2003, moglie di Nanni Delbecchi (giornalista de “Il Fatto Quotidiano”), che purtroppo non c’è più. Con lei era nata la voglia di fare delle presentazioni di libri nella nostra Sicilia e, l’anno prima di morire, venne nella mia villa, dove presentai il suo libro insieme all’ultimo di Delbecchi. Quando è venuta a mancare, per me la sua perdita è stata così dolorosa che le ho voluto dedicare questo premio. All’inizio era un riconoscimento casalingo, che conferivo a casa mia: il primo anno venne dato alla scrittrice Silvana Giacobini, il secondo a Dan Peterson. Dal terzo in poi, quando il marito di Alessandra cominciò a realizzare quello che stavo facendo per sua moglie, mi chiamò e mi chiese di rendere il tutto più strutturato. Nacque così l’idea di un premio che oggi è molto importante, perché tra i giurati ci sono nomi come Chiara Gamberale, Franco Cordelli, Silvia Truzzi, Marco Garavaglia, Daniela Marcheschi, Diego Dalla Palma e Ottavia Piccolo.
Il premio Alessandra Appiano è giunto ormai alla sesta edizione. Che legame avevi con lei?
Io e Alessandra eravamo molto amici. L’ho conosciuta quando ero piccolo e cominciavo a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo, lei era più grande di me e già una star televisiva. Quando ci siamo incontrati è scattata la scintilla e siamo diventati molto amici. Per me era una sorta di pigmalione ed è subito diventata un punto di riferimento. La sua perdita è stata molto dolorosa.
Perché hai organizzato il Festival proprio a Siracusa?
Io sono floridiano e quando ero ragazzo frequentavo il liceo classico di Siracusa; quindi, ho un forte legame con la terra siciliana. È partito tutto dalla mia villa a Floridia (provincia di Siracusa, ndr), poi ho deciso di dar vita a qualcosa di bello in una culla di cultura come Siracusa perché secondo me merita molta più attenzione mediatica. Che la città non avesse un festival letterario per me era qualcosa di inaccettabile. Ho proposto di realizzare il Book Festival, i siracusani hanno risposto con grandissimo entusiasmo e siamo giunti già alla terza edizione. Quest’anno, poi, ho voluto fare il gradasso (ride, ndr) organizzandolo anche a Piazza Armerina dove, tre anni fa, ho ricoperto la carica di Assessore al Patrimonio Immobiliare con deleghe in media e comunicazione. Lì ho mantenuto dei legami forti con i cittadini e quindi ho voluto attirare l’attenzione anche su questa città, conosciuta per la villa romana del Casale, ma di cui vorrei valorizzare il centro storico.
Come ti stai preparando al debutto del Book Festival a Piazza Armerina?
Sto cercando di non lasciarmi sfuggire nulla perché non è facile organizzare un evento con più di 45 persone, tra autori e relatori che, da tutta Italia, raggiungono la Sicilia. Non mi preoccupa la logistica, ma mi stanca avere a che fare con burocrazia, amministrazioni ed enti pubblici. Metto sempre entusiasmo e tanta passione in ciò che faccio, per cui tutto il resto è davvero un piacere.
Qualcuno ti ha mai ostacolato nell’organizzazione di questi eventi?
Il primo anno ho ottenuto il patrocinio del Comune di Siracusa con grandissimo entusiasmo. Poi ho avuto problemi con l’amministrazione perché da un lato mi sostenevano, dall’altro mi osteggiavano. Mi ha fatto soffrire che nella mia città non ho mai avuto un supporto vero dalle amministrazioni pubbliche, mentre sono riuscito a ottenere il patrocinio del Parlamento Europeo, della Regione Sicilia, del Parco Archeologico di Morgantina e del Comune di Piazza Armerina. Mi dispiace per la città di Siracusa, che secondo me merita un’amministrazione più attenta a queste tematiche. Però come si dice, “Nemo propheta in patria”, è sempre stato così e sempre sarà così. Nella mia terra, è tutto più difficile.
Ai tuoi festival arte, cultura e anche molti volti noti. Quanto tempo ed energie hai impiegato per organizzarli?
Ci tengo a dire che queste iniziative sono diverse dalle altre. I miei vogliono essere festival un po’ più glamour, legati anche al mondo dello spettacolo. Ritengo che festival letterari ce ne siano davvero tanti e, spesso, mi è capitato di verificare personalmente che a questi eventi vadano sempre le solite persone. Ecco perché ho invitato personaggi pubblici molto noti come Paolo Del Debbio, Daniele Capezzone, Mario Calabresi. Voglio attirare l’attenzione sulla città e queste persone aiutano a portare visibilità. All’organizzazione dei festival lavoro da un anno, tutti i giorni, insieme a tre collaboratori. I fondi che investo sono tantissimi, quest’anno ho anticipato 45.000 euro, ma lo faccio volentieri per la mia terra.
Tra gli ospiti sarà presente anche Aldo Baglio. Hai pensato, anche solo per un momento, di riunire il trio comico?
Ti dico la verità. La settimana scorsa sono stato invitato al “Monza Book Festival”, organizzato da un amico, Dario Lessa, ed erano presenti tutti e tre (Aldo, Giovanni e Giacomo, ndr). È stato uno spasso perché sono bravissimi e fanno morire dal ridere. Non escludo di farlo un altro anno. Volevo fare una cosa diversa e ho invitato la moglie di Aldo, Silvana, che è una cara amica, anche lei simpaticissima.
C’è un messaggio che vuoi lanciare con questo evento?
Assolutamente si. Da più di dieci anni mi batto per la sensibilizzazione della raccolta dei rifiuti nel territorio siracusano. Ogni anno, a mie spese, faccio pulire 5 km di provinciale vicino la mia villa tra Floridia e Canicattini perché vedere l’immondizia per strada è una cosa che, da esteta, mi fa stare male. Avendo ottenuto il patrocinio del Parlamento Europeo, quest’anno ho invitato i deputati europei e giorno 15 a Piazza Armerina e 18 a Siracusa, insieme agli amministratori locali faremo un tavolo tecnico. In pubblica piazza intervisterò gli amministratori europei e locali per cercare di parlare di questo problema. Credo che i festival possano diventare, per noi siciliani, motivo di crescita e confronto. Siamo assuefatti alla bellezza architettonica che abbiamo e pensiamo di avere tutto in Sicilia, ma a volte ci manca l’ABC della comunicazione e dell’educazione.
Il festival di Siracusa è ormai giunto alla terza edizione. Qual è la tua vittoria più grande?
Dal punto di vista personale, il fatto che sia riuscito a realizzare tutto con i miei fondi privati e con l’aiuto degli sponsor, senza l’amministrazione e senza patrocini. La soddisfazione più bella, però, è avere la risposta del pubblico. Ogni giorno, ricevo messaggi da molte persone che sono contente della mia determinazione in ciò che voglio portare a termine.
Direttore artistico, ma anche conduttore, produttore e agente immobiliare. Come trovi un equilibrio tra tutti i tuoi impegni?
L’equilibrio non c’è (ride, ndr). Però sono un poliedrico, cento cose penso e mille ne realizzo. Non sono un accentratore, amo delegare. Ho dei bravissimi collaboratori che mi sostengono e mi danno la possibilità di spaziare. Non riuscirei a fare un unico lavoro nella mia vita e voglio continuare a fare impresa. La produzione televisiva, poi, mi stimola moltissimo: quest’anno vado in onda con due programmi televisivi e da settembre partirò con altri due. Come si dice, “Il ferro va battuto finché è caldo”. Quando sarò stanco, mi fermerò un attimo. Per adesso è il momento di correre.
Qual è il lato di Damiano Gallo che il pubblico non conosce?
Le persone mi vedono sempre positivo, portatore di entusiasmo, allegro. In realtà a casa, con le persone che mi vogliono bene, sono un grandissimo rompiscatole. Noioso, antipatico, vecchio. Al contrario di quanto si possa pensare, sono una persona molto riservata. C’è questa dualità, che io vedo in me, che non è facile da gestire. In casa sono molto lamentoso e ho bisogno di conferme continue dalle persone che mi stanno accanto, in pubblico sono un leone (ride, ndr).
Ultima curiosità. Il tuo motto è “cento cose penso, mille ne realizzo”. Progetti imminenti per il futuro?
Oltre Il bello del mattone e Chi ha dormito in questo letto?, che andranno sempre in onda, farò due nuovi programmi. Uno dedicato al mondo della casa dal punto di vista dell’informazione, come è nel mio stile. Un format divertente. L’altro, invece, lo girerò tutto in Sicilia, tra Palermo e l’entroterra. Poi ho il sogno, sebbene riconosca di essere fortunato perché ho veramente realizzato tutto quello che volevo nella vita, di produrre un film. Non ho esperienza come produttore cinematografico, però non escludo, un domani, di poter fare qualcosa anche nel cinema.