In un’edizione movimentata e fortemente influenzata da questioni politiche, a trionfare è stato il Paese neutrale per eccellenza. Nemo è il primo artista non binario ad aggiudicarsi il microfono di cristallo
La Svizzera ha vinto l’Eurovision Song Contest 2024 con 591 punti (365 dalle giurie e 226 dal televoto). Come recita la sua canzone, alla Malmö Arena Nemo ha “rotto il codice”. Ma anche il bellissimo trofeo, che non ha maneggiato con la necessaria cura durante l’esibizione celebrativa. Troppa l’euforia, la gioia per aver trionfato dopo ben 36 anni dall’ultima volta, quando a riuscirci era stata Celine Dion. Il microfono di cristallo, dunque, torna dove tutto era iniziato: nel Paese del cioccolato (la prima edizione della competizione è stata a Lugano nel 1956).
Secondo e con l’amaro in bocca Baby Lasagna della Croazia, che ha comunque raccolto il maggior numero di punti dal televoto (337), terza l’Ucraina. Settimo posto per Angelina Mango, che ha incantato i fan eurovisivi con la sua Noia in una performance centratissima, e settimo anno consecutivo in top 10 per il nostro Paese, dove la finale ha raggiunto i 5.3 milioni di telespettatori, per il 36% di share. Escludendo quella in Italia, è l’edizione della kermesse più vista su Rai1.
Cala il sipario anche sul contest svedese. Non senza fischi, polemiche e critiche: dalla squalifica dell’olandese Joost Klein alla violazione della segretezza del voto da parte della Rai durante la seconda semifinale, fino alla partecipazione di Israele, avversata da molti a causa del conflitto con la Palestina e della delicata situazione sulla Striscia di Gaza. Fa sorridere che, in un Eurovision così movimentato e fortemente influenzato da questioni politiche, a vincere sia stata la nazione neutrale per eccellenza.
Un passo in avanti anche per la comunità LGBTQ+. Nemo, che durante i festeggiamenti si è anche rotto un dito, è infatti il primo artista non binario a vincere la competizione: “Spero che con questa vittoria ci sia più empatia e comprensione reciproca. Dobbiamo parlare l’uno con l’altro e spero che stasera possa essere un modo per ricordarcelo – ha dichiarato in conferenza stampa –. Sono semplicemente grato per questa esperienza e per tutti gli amici che ho conosciuto lungo questo percorso. Questa è stata una delle rappresentazioni più queer che abbiamo visto all’Eurovision ed è stato fantastico”.
Adesso, riparte il conto alla rovescia in vista della 69esima edizione dell’“evento non sportivo più seguito al mondo”. Aspettando di conoscere la città che lo ospiterà.
Foto in copertina: Corinne Cumming – EBU