A Viale Mazzini non sono riusciti a trattenere il loro Re Mida e il duopolio Rai-Mediaset comincia a scricchiolare sotto i colpi messi a segno da Warner Bros Discovery. Intanto, da Palazzo Chigi danno chiare indicazioni: trattenere Fiorello a qualsiasi costo
Alla fine, è successo davvero. Divorzio Rai-Amadeus. Alzi la mano chi, dopo Sanremo, ci avrebbe scommesso un solo centesimo. Forse pochi, probabilmente nessuno. Ma per il direttore artistico degli ultimi cinque Festival, adesso, “è tempo di nuove sfide professionali e personali, nuovi sogni”. Ieri è arrivata l’ufficialità, ma le voci e le indiscrezioni sulla stampa si rincorrevano da settimane. Contratto in scadenza, ma niente rinnovo.
Gramellini, Augias, Annunziata, Fazio. E adesso anche l’ex ragazzo di via Massena, disc jockey con l’orecchio per la musica, che da bambino sognava di fare il presentatore. È ancora esodo. Ancora dal servizio pubblico. Eppure, a Viale Mazzini, a trattenere il loro Re Mida ci avevano provato. Pareggiare l’offerta del gruppo Warner Bros Discovery, però non è stato abbastanza.
Un altro addio pesante. A fare le valigie, questa volta, è l’uomo dei record: il fuoriclasse, per dirla con una metafora sportiva. E la Rai perde tanto. Anche perché Amadeus non è stato solo il mago di Sanremo – che ha trasformato in un appuntamento transgenerazionale e imperdibile –, ma anche l’architetto silenzioso di una rivoluzione dell’access prime time. I numeri non mentono, Auditel conferma. Affari Tuoi ha cambiato veste e “i pacchi” sono tornati ad appassionare, I Soliti Ignoti (che passerà a Discovery) è rimasto la solita certezza. E, secondo le stime (come riporta FQ), dai programmi del noto conduttore il servizio pubblico avrebbe ricavato circa 100 milioni di euro di pubblicità.
Adesso, con il passaggio di Amadeus al canale Nove, il duopolio Rai-Mediaset comincia a scricchiolare davvero. E, tolti i titoli di punta, le reti che rischiano di calare di parecchi punti percentuale sono quelle di Pier Silvio Berlusconi. Il colosso americano avrebbe offerto al conduttore un ruolo dirigenziale di cui non sono noti i dettagli, oltre che uno spazio in prime time e uno in access. E chissà che, con un budget monstre (sembra che lo stipendio annuo di “Ama” oscillerà tra 2,5 e 3 milioni di euro), Warner non pensi a un Festival musicale che, con la garanzia di una direzione artistica-conduzione già collaudata e molto apprezzata, possa far vacillare anche l’incantesimo Sanremo.
Intanto, pare che, al termine della stagione di VivaRai2! il prossimo 10 maggio, Fiorello voglia prendersi una pausa. Secondo le indiscrezioni, lo showman siciliano non tornerà con una nuova edizione e a Palazzo Chigi suonano già tutti gli allarmi. “Fiorello deve restare a qualsiasi costo”, le indicazioni del governo, riportate dal Corriere della Sera. Se sia l’ora per una rivoluzione televisiva, lo cominceremo a capire in estate. Poi, cosa succederà, ce lo diranno il tempo, gli ascolti e l’apprezzamento del pubblico.