È uno show di luci, lacrime e sorrisi quello dei Pinguini Tattici Nucleari, che stanno coronando il sogno di un tour negli stadi. È la favola di chi ha fatto della quotidianità il proprio tratto distintivo e l’ha rinchiusa nelle cinque righe di un pentagramma
Un gruppo di amici uniti dalla passione per la musica, prima che una band di successo. Complicità, perseveranza, la gavetta nei piccoli locali e nei club, in giro per l’Italia con un furgone che “era un rottame”. E poi la normalità che, nel tempo, si può trasformare in eccezionale. I Pinguini Tattici Nucleari cantano intorno a un tavolo come nelle più tipiche sagre di paese, intrattengono, parlano, spiegano l’origine delle loro canzoni, empatizzano con il pubblico. E lo fanno a Messina, in uno stadio di 40.000 persone, con la semplicità degli inizi.
È la favola di chi ha fatto della quotidianità il proprio tratto distintivo e l’ha rinchiusa nelle cinque righe di un pentagramma. Amore, rivalsa, difficoltà, evasione, rinascita. I PTN raccontano storie in cui la gente si ritrova. E l’attenzione è tutta al cambiamento, alla letteratura, ai problemi sociali e alla cultura pop. Perché stare al passo con i tempi significa fare breccia nei cuori delle persone ed entrare in sintonia con loro. Così nasce uno show di colori, lacrime e sorrisi, nella cornice di un tour per gli stadi d’Italia. Dalla notizia (falsa) dell’annullamento del concerto, prende il via la festa. Si salta con Zen e Giovani Wannabe, seguite da Tetris, Hold On (durante la quale una fan sale sul palco per essere tatuata) e La Storia Infinita. Spazio, poi, alle commoventi Bergamo, dedicata alla città natale del gruppo e Hikikomori, che tratta l’importante tema del rifiuto della vita sociale – purtroppo sempre più diffuso – da parte dei giovani.
In sequenza, Coca Zero e Nonono, cantata da Simone Pagani. “Che bello vedervi tutti qui, ammassati, dopo anni di Covid”, le parole di Riccardo Zanotti per introdurre Ricordi, che lo stadio canta a squarciagola. È un inno. “Ci sono canzoni, singoli che sono promossi, pompati nelle radio. Ed è giustissimo – continua il frontman –. Ma ci sono altre volte, che io ritengo più magiche, in cui un pezzo che non viene spinto entra nei cuori della gente”. E così, prima che la band ricominci a suonare, via al coro a cappella di Lake Washington Boulevard. Di seguito, Scatole e Giulia, intonata da Elio Biffi, a cui Messina tributa un’ovazione. Poi Cena di Classe, Irene (“la canzone che ci ha cambiato la vita”) e Dentista Croazia, durante la quale, a turno, cantano i membri della band. È il loro manifesto. I Pinguini sono un gruppo a tutti gli effetti e questa è la loro forza. Niente primedonne, solo sei amici che delle sette note hanno fatto la loro vita.
Il concerto prosegue con Antartide e Freddie, cantata ancora da Elio. Dj set del chitarrista Nicola Buttafuoco con il medley di Scooby-Doo, L’ultima volta e Verdura. Si balla sul prato, ma anche sugli spalti. Poi Fede e Ridere. “Questa è l’ultima canzone di oggi – scherza Riccardo presentando la hit estiva Rubami la notte, che lo stadio intona all’unisono –. Ma voi siete animali notturni, lo so. È l’ultimo pezzo per finta”.
Si spengono le luci, i PTN escono per qualche minuto. I 40.000 di Messina cantano, aspettando il gran finale. Diversi archi e batteria per introdurre la sanremese Ringo Starr, che i presenti accolgono urlando a squarciagola. Cori assordanti, infine, per Scrivile Scemo e Pastello Bianco, che chiude il concerto. I titoli di coda sono affidati a Fuori dall’Hype. Lo stadio canta ancora, tutti vogliono continuare a far festa. È la più grande vittoria dei PTN. Partiti da zero, con il sogno, un giorno, di riempire gli stadi.
Foto in copertina e nell’articolo: Pinguini Tattici Nucleari