In un Paese legato alla tradizionale metrica perfetta, pulita e senza sbavature, Thasup ha cambiato il rap, l’hip-hop e l’urban pop italiani
Produce, canta, suona e scrive. È il re dello streaming e ha un istinto naturale per le hit. Thasup, al secolo Davide Mattei, vive con e per la musica. Un artista controcorrente che, a suo modo, ha rivoluzionato il rap, l’hip-hop e l’urban pop italiani. Un pesce fuor d’acqua – verrebbe da dire – in un Paese legato alla consuetudine di una metrica perfetta, pulita, senza sbavature.
Eppure, macina numeri e ottiene certificazioni d’oro e di platino utilizzando vocali allungate, anglicismi e un metro che rispetta le sole regole del divertimento e di un ritmo spesso incalzante. Si diletta (e si vede) uscendo dai binari della tradizione, campionando i più disparati suoni ed esplorando una musicalità e modi di cantare ai quali, in Italia, nessuno prima di lui aveva provato ad avvicinarsi.
Thasup ha spalancato le porte a una nuova frontiera del rap e dell’hip-hop, contaminato, ormai, dall’influenza dilagante del pop e, in parte, anche dell’indie. Una ricetta vincente, come hanno dimostrato le collaborazioni con Coez, Tiziano Ferro, Rkomi, Pinguini Tattici Nucleari e la sorella Mara Sattei, tra gli altri. Nascosto dietro un personaggio cartoonesco (solo recentemente ha mostrato il proprio viso), con l’ormai iconica felpa viola, l’aureola e le corna, non ha però rinunciato alle sue radici rap, pubblicando diversi singoli insieme ad artisti come Sfera Ebbasta, Lazza, Salmo, Shiva e Rondodasosa.
Prima forse un alternativo, adesso iniziatore di un genere che potrà anche non piacere, ma di cui è leader indiscusso e che stupisce i fan e persino gli addetti ai lavori. Chitarre acustiche ed elettriche, l’immancabile batteria e cori registrati in sottofondo gli strumenti principali con cui le sue canzoni prendono vita, per poi stazionare stabilmente ai primi posti delle classifiche FIMI, anche dopo mesi. Finora due album all’attivo (il secondo uscito a settembre 2022), una partecipazione a Sanremo come autore e produttore e purtroppo, a dispetto dei milioni di streaming, pochi, pochissimi live. Con le potenzialità per riempire i palazzetti d’Italia, che sia il momento di cantare anche dal vivo?