Problemi di affidabilità, passo gara rivedibile e tanti sviluppi necessari da portare in pista. Rispetto alle attese della vigilia, la delusione è palpabile: la Ferrari doveva essere tutto quello che, per la prime due gare, non è stata
Doveva essere la monoposto più veloce di sempre. Doveva essere ai livelli delle Red Bull di Verstappen e Perez, che al momento sembrano inarrivabili. Doveva essere la macchina con cui giocarsi il mondiale a carte scoperte, a suon di sorpassi, strategie e pit-stop veloci. Poteva far brillare il talento di Leclerc e la costanza di Sainz. E dipingere, finalmente, il sorriso sui volti dei tifosi della Rossa. La Ferrari doveva essere tutto quello che, per le prime due gare, non è stata.
E forse, l’errore principale è stato creare tanta attesa, alzare le aspettative e rifugiarsi, anche dopo la disfatta del GP del Bahrein, nelle caratteristiche sfavorevoli della pista. I problemi di affidabilità permangono e la macchina non sembra rispettare le previsioni della vigilia. Colpa della vecchia gestione e di un progetto già pronto su cui Vasseur non è potuto intervenire? Probabilmente. Occore, però, guardare in faccia la realtà, analizzare le carenze e portare in pista sviluppi mirati che possano migliorare il passo gara. E non c’è da festeggiare nemmeno per i tempi in qualifica. Se sul giro secco la Ferrari sembra più competitiva, gran parte del merito è della bravura di Charles Leclerc, inutile nasconderlo.
Il nuovo team principal ha già messo le cose in chiaro, senza fronzoli o giri di parole: la priorità è invertire la rotta e capire quali sono gli aggiustamenti necessari per tornare, quantomeno, a giocarsi il podio. Un miraggio, dato che al momento la scuderia di Elkann sembra essere la quarta forza del mondiale dietro Red Bull, la rivelazione Aston Martin e Mercedes. Unica nota positiva? Il tempo dei pit-stop notevolmente migliorato: i meccanici del cavallino rampante, infatti, sono stati i più veloci dell’intero paddock nei primi due GP. Magra consolazione. Troppo poco per aspirare a una vittoria, soprattutto se la monoposto non è abbastanza veloce. Insomma, un passo avanti l’anno scorso, due indietro quest’anno. A Maranello c’è tanto da lavorare.
Foto: Motorsport.com