Un disco introspettivo, in bilico tra amori tormentati, certezze, delusioni e rinascite. In un mondo in cui la frenesia della quotidianità ha soffocato ogni tentativo di fermarsi, per un attimo, ad ascoltare con attenzione musica e testi degli album, “Solo Francesco” merita una possibilità
Una panchina per sognare il futuro nella musica, i freestyle in giro per l’Italia, la scuola di Amici. E adesso, finalmente, il primo album in studio Solo Francesco. Francesco Paone, in arte Crytical, cerca un posto nell’affollato mercato discografico italiano e in punta di piedi, a colpi di rime, extra-beat e versi che a volte pesano come macigni, si sta ritagliando un suo spazio. Intraprendenza e una forte passione, in una cornice di rap e ritornelli melodici, le chiavi di un disco (anticipato dal singolo Follia) che rispecchia l’anima fragile e complessa del giovane artista pescarese. Un viaggio tra amori tormentati, certezze, delusioni e rinascite, in nove tracce all’interno delle quali Crytical si mette a nudo, rivelando l’esigenza di scrivere e raccontare il mondo dalla sua prospettiva, con la speranza che sia condivisa da più persone.
“Questo disco per me è l’inizio di un futuro che non so dove mi porterà, ma che sono pronto a vivere con tutto me stesso. Scrivere per me è un’esigenza e arrivare alle persone che mi ascoltano un ‘obbligo’”, ha rivelato in un post su Instagram poche ore prima dell’uscita dell’album. Un messaggio espresso anche da Le mie parole sono armi, brano a chiusura del disco rilasciato durante il suo percorso ad Amici di Maria De Filippi, da cui traspare maturità nella scrittura e consapevolezza della forza delle parole. Emozioni contrastanti, poi, in Follia (“Pensarti troppo mi uccide, pensarti poco è follia”), a cui segue Scappi da me, dedica a un amore bugiardo, quasi tossico, che lascia una ferita sanguinante, difficilmente risanabile (“Certi vuoti d’animo hanno un nome proprio inciso, il mio già porta il tuo, felice di avermi ucciso”). È un dialogo serrato con il proprio diario, invece, quello di Crytical in Sarà che il vento fa male (“Caro diario, anche oggi ti scrivo… mi fermo sempre sulla prima riga pensando a cosa dire mentre continuo”), nel quale il tormento interiore fa a schiaffi con un ritornello vivace e orecchiabile.
Hai vinto tu, soprattutto nella parte melodica, ricorda nitidamente la produzione musicale di Believer degli Imagine Dragons, ma è sorretta dalla velocità delle barre e da un buon testo, così come Vado giù. Una delle più belle canzoni dell’album, poi, è L’Alba, in cui i versi in rima, tratto distintivo dell’artista, si fondono con l’arpeggio piacevole e continuo di una chitarra elettrica, prima che la base esploda nel ritornello. Il brano più intimo è Francesco, che condanna la solitudine con un messaggio esplicito (“Non mi basta più la mia vita rinchiusa dentro questa stanza… quanto ci manca prima che resti solo”). Si giunge così a Casa Mia, singolo che racconta la storia di Crytical e manifesto del suo desiderio di vivere con la musica. Una scommessa, data la difficoltà di affermarsi, oggi, nel saturo panorama discografico italiano. Tra rime baciate, incrociate e incatenate, però, in un mondo in cui la frenesia della quotidianità ha soffocato ogni tentativo di fermarsi, per un attimo, ad ascoltare i dischi con attenzione, Solo Francesco merita una possibilità.
Foto: Crytical