Talentuoso e autoironico, affascinante ed esuberante quanto basta. È nell’ordinaria comicità che Pierpaolo Spollon ha trovato la sua dimensione, dando sfogo a una voglia sfrenata di divertirsi e far divertire
Battuta sempre pronta, piglio ironico, leggero e mai banale. È nell’ordinaria comicità che Pierpaolo Spollon ha trovato la sua dimensione, dando sfogo a una voglia sfrenata di divertirsi e far divertire. La stessa con cui buca lo schermo nella recitazione o con la quale, ospite di un programma tv, è capace di intrattenere senza che l’orologio faccia sentire i suoi rintocchi. Spollon fa Spollon e gli riesce benissimo. Lavora molto, macina ascolti e commenta su Twitter con sagacia e ironia. Da Che Dio ci Aiuti a La Porta Rossa, fino a Doc e Blanca, ha interpretato i ruoli più disparati: uno psichiatra in un convento, un ragazzo schivo, un medico appassionato e un villain. Tutti con professionalità e impegno, senza mai rinunciare alla propria originalità o a una battuta fuori copione (il famoso “minuto Spollon”).
Trentatré anni e una vita tra i set e la “sua” Padova, Spollon è diventato uno dei volti più amati della serialità generalista, con un pubblico appassionato che – come ha più volte sottolineato lui stesso – tocca generazioni diverse e distanti. Merito di autoironia e simpatia. Ma soprattutto della consapevolezza di chi sa trattare la leggerezza con i guanti, non prendendosi mai troppo sul serio. Un pregio che ha fatto spiccare doti attoriali e un carattere frizzante, messo in risalto dai programmi tv che lo hanno ospitato (ultimamente Boomerissima su Rai2). Il sogno sarebbe una comparsata sul palco dell’Ariston a Sanremo, ma anche uno show in seconda serata, probabilmente, farebbe felice lui e migliaia di fan. Nel frattempo, però, è al lavoro sul set di Blanca 2 e lo aspetta la terza stagione di Doc. In fondo, è sulla scena che si è fatto conoscere e lì vogliamo continuare a vederlo.