La pellicola, vincitrice della IV edizione del contest “La realtà che non esiste”, è stata presentata all’ultima Mostra del Cinema di Venezia
A volte la realtà non è come appare e il magico, attraente mondo del web scioglie le barriere della diffidenza. Basta uno smartphone perché timidezza e insicurezze svaniscano, lasciando spazio a curiosità e sentimenti fugaci. E proprio quando l’amore bussa alla porta del cuore e le farfalle nello stomaco svolazzano agitate, il pericolo dell’adescamento online aumenta a dismisura. Una trappola soffocante di cui ancora, forse, si sente parlare troppo poco.
Sensibilizzare è una delle chiavi per rompere la rete di adulatori del web. Se le parole, in questo, hanno un ruolo fondamentale, il cinema è la ricetta perfetta per vincere la battaglia. E Nicola Conversa, regista e ideatore de La Bambola di Pezza, cortometraggio presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, ha saputo affrontare l’argomento con sensibilità, scrivendo una storia semplice ed efficace. La colonna sonora Insulti (scritta e composta da Carl Brave) e un cast giovane ed emergente, con la partecipazione straordinaria di un’attrice del calibro di Claudia Gerini, hanno regalato alla pellicola l’attenzione delle nuove generazioni.
“Ero una bambola rotta. Sognavo un ragazzo che con ago e filo fosse pronto a ricucirmi. E invece mi ha scucito il cuore ancora di più. Sono Mia, ho 16 anni e sono una sopravvissuta”. L’epilogo del corto è un grido di libertà e ne riassume il messaggio fondamentale. Un monito soprattutto per la generazione Z, che sui social custodisce la propria vita e che (ahimè) sempre più spesso, è facile fonda virtuale e realtà. Proprio il diario web della protagonista, interpretata da Mariasole Pollio, è causa dell’adescamento di Tommaso (Giancarlo Commare), un ragazzo che, tra false confessioni e atteggiamenti affettuosi, nasconde la propria età per attirare la giovane adolescente. In un concatenarsi di diversi eventi, con la voce narrante di Claudia Gerini e la partecipazione, tra gli altri, di Tommaso Cassissa e Ludovica Coscione, la pellicola dipinge le fasi della seduzione, fino a giungere alla Resa: un bivio attraverso il quale abbracciare un “amore” folle e nocivo o arrendersi a una verità dolorosa, ma sinonimo di libertà. La Bambola di Pezza sposa il linguaggio dei giovani ed è pensato e prodotto per la generazione Z. Un gioiellino di assoluta sensibilità.