L’associazione tra il suo soprannome e il modo in cui gioca a pallacanestro ha dato vita, scherzosamente, a una corrente di pensiero che lo identifica. Condottiero, finalizzatore brutale quando il pallone scotta e motivatore dell’Olimpia. Un ball-handling incantevole e la sagacia di chi, in campo, dirige la propria squadra con intelligenza e un pizzico di follia. Una Dinamo scalpitante e mai veramente sul baratro si arrende alla banda di Messina. Strapotere psicologico e tecnico del Chacho Rodriguez che sigilla il match, a pochi minuti dal termine, con una tripla da lontanissimo e la sicurezza dei campioni.
Una partita perfetta del numero tredici, impreziosita da un impressionante 78% dal campo, diciannove punti, cinque assist, due rimbalzi e due rubate. La ciliegina sulla torta è uno split, facendosi passare la palla in mezzo alle gambe e depositando, con dolcezza, due punti sul fondo della retina. Milano blinda il 2-0 e sposa, ancora una volta, il “Chachismo”. Tutta la classe e il talento di Sergio Rodríguez Gómez, al servizio della squadra. L’Olimpia si culla il proprio gioiello.