La leggenda narra che dall’unione di pallacanestro e madre Serbia sia nata la magia. Un’arte che non si impara, ma scorre nelle vene, fluida, come una tripla che brucia la retina. Una benedizione di pochi, di cui molti beneficiano. Un dono, di cui Bologna intera ha potuto godere.
Il terzo quarto di gara due tra Virtus e Tortona ha accolto sul proprio palcoscenico il mago di Valjevo. Percepito il tentativo di rimonta dei ragazzi di Ramondino, Teodosić ha illuminato l’arena con un numero di applausi. Due triple, un canestro da due, passaggi al laser per i compagni e piemontesi che, dopo essere tornati a un solo possesso di distanza, ripiombano a -10 storditi dalle sue illusioni.
A fine partita il referto recita diciassette punti in diciotto minuti, due rimbalzi, quattro assist, una rubata, 75% del campo e 4/5 da tre. Un vero leader, spesso silenzioso e al servizio di una squadra che gioca una pallacanestro spumeggiante e istintiva, ma al contempo molto organizzata. Quando decide di aprire il sipario, però, l’atmosfera cambia d’incanto: si respira nell’aria lo spettacolo di una potente magia, da cui traspare il talento di cui madre Serbia e il Gioco lo hanno baciato. La Virtus vince gara due e dilaga nel punteggio, cullandosi sulle mani incantate di Mago Miloš e su un’eccellente prestazione di squadra. Messaggio rispedito al mittente, sotto il Duomo. Non si scherza con le V nere. Obiettivo re-peat.