I riflettori accesi, le vetture in griglia, il Rolex che scandisce gli attimi, i centesimi, i millesimi; il paddock che si riempie di meccanici, ingegneri, tecnici, addetti ai lavori… il rombo dei motori, nel silenzio assordante che avvolge lo spegnimento dei semafori. All’alba di una nuova era, i team sono stati costretti a ricominciare da zero, abbandonando le certezze, le gioie e le delusioni degli anni trascorsi e abbracciando progetti nuovi e diversi.
Il duello epico dello scorso finale di stagione, tra Max Verstappen e Lewis Hamilton, sfocia oggi in una sceneggiatura tutta da scrivere, la cui penna sembra essere affidata anche alla Ferrari. Dopo anni di purgatorio, conditi da indagini della FIA e cocenti fallimenti, il cavallino rampante è sembrato rifiutare un ruolo da spettatore passivo e impotente, per essere, invece, attore protagonista. La pole position di Leclerc e la terza posizione di Sainz, a soli sei millesimi dal campione del mondo, sono una ventata di aria fresca per la scuderia di Maranello, attorno alla quale l’aria cominciava a farsi pesante. Termina, almeno per ora, la festa che in casa Red Bull continuava dall’undici dicembre scorso. Riaffiora, dalla sabbia del Bahrein, un rosso sgargiante, meraviglioso, imponente. Uno spettacolo di velocità, adrenalina, coraggio, istinto, talento. È tornata la Formula Uno.E con lei la Rossa che sogna. E fa sognare.