Mani sul volto e un sorriso incredulo da cui traspare un groviglio di emozioni incontrollate. Rafa Nadal siede alla mensa degli dei e banchetta in onore di un’impresa apparentemente impossibile. Cinque ore di snervante e dispendiosa guerra contro Medvedev, nell’atmosfera surreale che avvolge la Rod Laver Arena e si spande sull’area metropolitana di Melbourne. Una rimonta che legittima, se ce ne fosse ancora bisogno, il trono dello spagnolo intorno al tavolo triangolare che condivide con Roger e Nole, e che da oggi svetta sugli altri. Il ventunesimo Slam della carriera di Nadal ha il sapore e il fascino di una prima volta, durante la quale una solida determinazione e un pizzico di incoscienza si fondono in un’opera che solo un titano di questo sport può plasmare. Non solo per l’importanza intrinseca, ma anche per la bellezza dell’epilogo romantico. Il nuovo millennio ha accolto, cullato e consacrato il re della terra rossa, acclamato e amato da sempre per la sua ammaliante personalità. Un’odissea in solitudine e una ricerca di se stesso che sono culminate nella vittoria dell’Australian Open. Oggi l’Olimpo del tennis è presidiato da un unico, indiscutibile campione. Nello sport e nella vita. Vamos Rafa
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Gabriele Scorsonelli
Ventidue anni. Il mare di Sicilia mi ha cullato e cresciuto. Laureato in Comunicazione all’Università di Bologna e studente della Scuola di Giornalismo "Walter Tobagi" a Milano. Amo musica, spettacoli, sport e scrittura. Curioso e folle sognatore. Collaboro con FQ Magazine de “ilfattoquotidiano.it”.