Ci ha abituati a vederla vincere, stravincere e sfrecciare tra le montagne innevate con la sicurezza di chi con gli sci ai piedi va anche a dormire. All’improvviso il buio, nel momento in cui si candidava ancora alla vittoria finale. Dopo il successo in discesa a Cortina d’Ampezzo, Sofia Goggia è caduta in curva a cento chilometri orari nel SuperG. Si è rialzata sui suoi piedi, in un attimo che ha fatto ben sperare, ma con un trauma distorsivo del ginocchio sinistro e una lesione parziale del legamento crociato, lo stesso operato nel 2013. Uno scherzo del destino che prima l’ha ingannata e poi l’ha presa a schiaffi. I giochi olimpici di Pechino sono alle porte e tornare ad accarezzare la neve stringendo la mano al fato, con così poco tempo per recuperare, è una scommessa azzardata per la carriera.
“Se questo è il piano che ha Dio per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo. E andare avanti”.
Così la campionessa ha espresso il suo rimpianto sui social poche ore fa. Le critiche al suo atteggiamento poco conservativo non mancheranno, specialmente con la rassegna olimpica al via il quindici febbraio. Quando Sofia vede il cancelletto aprirsi, però, la competitività e la voglia di vincere prendono il sopravvento. Tutto il resto è secondario. Sarà una corsa contro il tempo e contro sé stessa per difendere il titolo di cui è detentrice. Ma lei è abituata al cronometro che corre, alla velocità e a vedere il traguardo così vicino, eppure così lontano. Serve un miracolo: una discesa verso la guarigione come mai ha fatto fino ad ora.