Beffardo e anche ingiusto. Rottura del legamento crociato anteriore. Cresciuto dalla culla con un pallone tra i piedi, all’apice della carriera, con le luci della ribalta finalmente puntate su quel sorriso, sempre più copertina di una Juventus fragile e cangiante. A ventiquattro anni, con gli occhi del mondo addosso e un talento abbacinante, Federico Chiesa ha guardato impotente le sue ambizioni dissolversi in un letto d’ospedale. La nazionale, la Champions, il campionato e per un attimo… anche la gioia che lo contraddistingue.È andato incontro all’inevitabile facendo ciò che ama. Forse il boccone da digerire, così, è un po’ meno amaro. Le sue accelerazioni e il dribbling mortifero hanno messo a nudo qualsiasi difesa, dalle più rocciose alle più instabili. Fa male, oggi, sapere che la serie A farà a meno dei suoi servigi almeno fino alla prossima stagione.La notizia è di qualche giorno fa, ma più trascorre il tempo, più sembra vera. La tempra è quella dei campioni e ciò che non uccide fortifica. Torna presto Fede.
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Gabriele Scorsonelli
Ventidue anni. Il mare di Sicilia mi ha cullato e cresciuto. Laureato in Comunicazione all’Università di Bologna e studente della Scuola di Giornalismo "Walter Tobagi" a Milano. Amo musica, spettacoli, sport e scrittura. Curioso e folle sognatore. Collaboro con FQ Magazine de “ilfattoquotidiano.it”.